La mia "collezione"
Caro amico, scusami se rispondo alla tua lettera solo ora. Sono certo che tu capisci bene il perché essendoci passato prima di me😉
"Come ti sei sentito?".
Emozionato, amico mio. Emozionato. Pensa che per quasi tutta la notte non sono riuscito a chiudere occhio. Agitato com'ero all'idea che il giorno tanto atteso, fosse finalmente arrivato.
Avevo acquisito i tre pilastri fondamentali per riuscire.
Ps: Nelle mie storielle inventate (salvo imprevisti😁) c'è sempre un lieto fine. Vi ho già detto anche troppo! Che mattacchioni siete! Mi fate dire sempre qualcosa in più!
Lo ripeto: lo saprete venerdì prossimo...
Avevo acquisito i tre pilastri fondamentali per riuscire.
- 1. Consapevolezza
- 2. Motivazione
- 3. Determinazione
Ho letto libri, su libri. Non vi erano più segreti, e nessuno poteva dirsi pronto, quanto lo ero io.
Ma per convincerti di questo, caro amico mio, devo fare un passo indietro e spiegarti cosa mi ha spinto ad una simile decisione.
La cara nonnina
Sono stato cresciuto dalla mia nonnina. Una donnina che mi voleva tanto bene. Mi riempiva di coccole e non solo. I suoi migliori amici si chiamavano: "Signor Coltello", sua moglie "Signora Forchetta", suo figlio "Cucchiaio" e il più piccolo "Cucchiaino".
Loro erano sempre in cima ai pensieri della nonna, e a poco a poco, lo divennero anche nei miei.
Ogni giorno passavamo ore e ore a parlare di ciò che doveva fare per colazione, per pranzo e per cena.
Mi vezzeggiava chiamandomi "Ciccio" di nonna.
Quindi, quando a scuola mi chiamarono "Ciccione", non me la presi. Lo vidi solo come un appellativo affettuoso poiché ero diventato grande.
Alla ricreazione, avevo sempre tanti amici intorno. Felice, dividevo quello che la nonna mi preparava: focacce, pizzette, enormi panini pieni di prosciutto, formaggio, uova, pomodoro.
Mi piaceva tanto vedere i miei compagni giocare, correre a destra e a sinistra.
"Che bravi" pensavo, con una punta d'invidia.
Anche io in fondo correvo con i miei pensieri:
"Cosa mi avrà preparato la nonna per pranzo?".
Poi mi assaliva un dubbio amletico:
"E per merenda?".
A scuola tutti collezionavano qualcosa: francobolli, figurine di calciatori, monete rare.
Io li battevo tutti: collezionavo chili.
Io li battevo tutti: collezionavo chili.
Non faccio per vantarmi, ma ci sapevo fare! Ero sia il primo della classe, che l'orgoglio di nonna.
Guardandomi, mi ripeteva continuamente:
Guardandomi, mi ripeteva continuamente:
"Sei il ritratto della salute!".
Quelle parole mi commuovevano sempre. Quanto era tenera la nonna!
Lo specchio
Gli anni passarono. La collezione incominciò a diventare, vorrei trovare il termine giusto. Ecco! Ingombrante!
Nonostante tutto ne andavo sempre fiero.
Sinché un giorno, mi accorsi di avere il respiro affannoso ogni volta che salivo e scendevo le scale. Mi stancavo molto facilmente, estremamente facilmente.
In più, avvertivo un doloretto qua e un doloretto la.
In più, avvertivo un doloretto qua e un doloretto la.
"Qua e la, la e qua. Che si fa?" mi chiesi una mattina guardandomi allo specchio.
Sbattei le palpebre più volte.
"Che strano! 'Quello' dovrei essere io. Eppure, non ricordavo di essere così, così ..." .
Fu in quel momento che afferrai qualcosa che girava spesso nella mia testa. Io la scacciavo per un vago senso di paura, senza esserne davvero cosciente.
La parola, nient'altro che una parola dopotutto, era: consapevolezza.
La consapevolezza di dover cambiare.
La parola, nient'altro che una parola dopotutto, era: consapevolezza.
La consapevolezza di dover cambiare.
La piramide alimentare
Iniziai a leggere montagne di libri, consultare questo e quello.
Capii che la mia "piramide alimentare" era una piramide rovesciata. Alla base c'erano i dolciumi, espressi in tutte le sue molteplici forme: torte, dolci al cucchiaino, crostate ecc...
In cima, gli alimenti sani come frutta e verdura.
Non fu facile adattare i miei pensieri. Ancor meno le mie azioni.
Tutti hanno un loro punto vulnerabile, il mio era il pane.
Accompagnare i maccheroni con il pane era un istituzione imprescindibile. Al termine di questi, al restante sugo, veniva dato un onore senza confini. D'obbligo fare la scarpetta, scarpa, scarpone e stivaletto!
Le cattive compagnie
Al campeggio dove ci siamo conosciuti, riuscii pian piano a limitare i vari spuntini. La sera però, con la scusa di invitare qualche amico, mi rimpinzavo di tutto e anche di più!
Tu mi sgridavi sempre, lo so, questo lo so😁
Tu mi sgridavi sempre, lo so, questo lo so😁
Le cattive compagnie chiamati "fast food" e tutti i all you can eat vennero banditi.
La "cattiva compagnia" per eccellenza comunque, rimaneva sempre lei: la nonna.
Quando tornavo a casa, la mia collezione riprendeva a crescere.
Una nuova collezione
Nel corso degli anni, feci la conoscenza di un altro tipo di collezione: accampare scuse.
Avevo una certa dimestichezza con il campeggio. Lo rapportai nella vita: mi accampavo così bene, che piazzai molte 'tende' piene zeppe di inutili optional.
Le mie preferite erano:
Le mie preferite erano:
"Quei doloretti non li sento più. Sono solo stanco. Ho bisogno di più riposo".
Oppure:
"Se stasera mangio due o tre pizze, vorrà dire che domani mattina salto la colazione. Sentito mai, che qualcuno è morto perché ne ha mangiato una "fettina" la sera prima!".
Ancora:
"Non ho tempo, devo studiare se no mi rimandano in qualche materia. Questo dispiacerebbe alla nonna. E se poi muore di crepacuore per causa mia?".
Il più bello restava il mantra:
"Da lunedì però..."
Arrivava il lunedì, seguito dal martedì insieme a suo fratello mercoledì, che si portava giovedì suo amico, che per non sentirsi troppo solo, invitava venerdì. Venerdì aveva il cuore tenero e diceva a sabato di tener conto di domenica. Sarebbe stata la benvenuta pure lei.
Così di seguito: arrivava il lunedì, seguito dal martedì insieme a suo fratello... E via dicendo.
Ancora:
"Non ho tempo, devo studiare se no mi rimandano in qualche materia. Questo dispiacerebbe alla nonna. E se poi muore di crepacuore per causa mia?".
Il più bello restava il mantra:
"Da lunedì però..."
Arrivava il lunedì, seguito dal martedì insieme a suo fratello mercoledì, che si portava giovedì suo amico, che per non sentirsi troppo solo, invitava venerdì. Venerdì aveva il cuore tenero e diceva a sabato di tener conto di domenica. Sarebbe stata la benvenuta pure lei.
Così di seguito: arrivava il lunedì, seguito dal martedì insieme a suo fratello... E via dicendo.
La battaglia era ormai iniziata. Secondo te, amico caro, chi avrebbe vinto?
La mia collezione fatta di chili e scuse, oppure io?
La mia collezione fatta di chili e scuse, oppure io?
Ps: Nelle mie storielle inventate (salvo imprevisti😁) c'è sempre un lieto fine. Vi ho già detto anche troppo! Che mattacchioni siete! Mi fate dire sempre qualcosa in più!
Lo ripeto: lo saprete venerdì prossimo...
Speriamo vinca la dieta....ciao amica....
RispondiEliminaCiaoooo! Allora gli dai fiducia! Bravissima, così si fa 😊
EliminaNon vedo l ora di sapere il seguito!
RispondiEliminaMonique
Perché poi le diete si cominciano sempre il lunedì non l'ho mai capito 🤔
RispondiEliminaHai ragione 🤣In effetti potremmo benissimo dire: inizio la dieta di martedì o di mercoledì o di... Il punto è: iniziarlaaaaaa😘
EliminaMa si, finalmente ha capito ke è arrivato il momento di girare la piramide. Le tante riflessioni sono indice di cambiamento.....basta Ciccio di nonna e poi perché chiamarla dieta? Sana alimentazione è più incoraggiante😉😉
RispondiEliminaGiustissimo! Non ci avevo pensato. Sana alimentazione suona senz'altro meglio 😊
EliminaUn abbraccio e spero che ti sia piaciuta anche la seconda parte...