Il triste pomodorino parte seconda

''Esiste su questa terra, sopra una minuscola isoletta... un singolare villaggio... i cui abitanti sono fatti di frutta e verdura...".
Il protagonista, se non hai avuto modo di leggere la prima parte di questo racconto, è un piccolo pomodorino, orfano, cresciuto da una raggrinzita e acida zia.
Lei non lo ama, lo considera un peso
Lo chiama "pomodorino secco" perché "non vale niente".
Non va per niente meglio, con i suoi compagni di scuola. Soprattutto un ravanello scorreggione, lo bullizza, trascinando gli altri con se.
L'unica cosa che da sollievo al piccolo pomodorino, è quella di fare lunghe camminate.
Il suo obiettivo? Vedere cosa c'è dall'altra parte della montagna.
Finora, nessuno è mai riuscito in questa impresa.

Un singolare villaggio

Un giorno, i suoi opprimenti pensieri, resero il suo cammino sempre più veloce. In meno tempo di quello che avrebbe mai pensato, si ritrovò dall'altra parte! 
Ce l'aveva fatta!!!! Era entrato anche lui nella storia! Nel Guinness dei primati!
Poi si rese conto che, non lontano da lui c'era un singolare villaggio.
Le case erano fatte di formaggio, i ruscelli di latte. Gli abitanti invece, erano fatti di cereali e legumi.
Il sindaco, il signor Fagiolo per intenderci, aveva sposato una bella Quinoa, che aveva un grande fascino esotico. Lui ne andava fiero, ed era molto, molto geloso!
I muratori specializzati, portavano tutti dei meravigliosi baffi blu, ed erano tutti Ceci.
Le segretarie, con un vistoso curriculum, parlavano tutte Bulgur, perché venivano tutte da quel tipo di Cereal... em, regione.
Il pomodorino non riusciva a credere ai suoi occhi, naturalmente la cosa era reciproca per gli abitanti. Al suo passaggio sentiva sussurrare:
"Uno straniero!".
Delle giovani Lenticchiette esclamarono:
"Oh come è bello!".
Il pomodorino arrossì di piacere.

Far

Sopra un ponte, intento a leggere, stava un giovane Farro, pressappoco della sua età. 
"Ehi, ciao!" esclamò non appena lo vide, "da dove vieni? Non ti ho mai visto da queste parti, se no mi ricorderei!".
"Si, beh è perché non ci sono mai stato!".
"Hai un'aria buffa!".
"Perché tu no?".
Iniziarono a ridere entrambi. Stranamente si sentiva completamente a suo agio.
Il piccolo Farro gli tese la mano:
"Io mi chiamo Far e di cognome Ro."
"Io sono il piccolo pomodorino, vengo dall'altra parte della montagna" rispose con orgoglio, contraccambiando la stretta.
"Dall'altra parte della montagna? Davvero? È il mio sogno da sempre! Sei fantastico! Ma come hai fatto? Devi essere proprio forte! Invidio i ragazzi del tuo villaggio! Faranno a gara per stare insieme a te!"
Il pomodorino si rabbuiò un poco, ma poi cedette alle lusinghe e per la prima volta in vita sua, disse una bugia:
"Eh sì... Certo, dici bene. Io piaccio a tutti..."
Quindi, si lasciò andare alla fantasia, e inventò incredibili avventure con i suoi "amici".
Far ascoltava con grande attenzione, interrompendo ogni tanto con qualche domanda.
Stava per raccontare del giorno che aveva salvato il suo "migliore" amico, Ravanello da... quando la madre di Far lo chiamò per il pranzo.
Pure il pomodorino aveva fame, ma non avrebbe proprio saputo cosa mangiare lì.
"Un giorno verrò a trovarti. Attraverserò la montagna, come hai fatto tu e verrò!" promise Far, abbracciandolo.
Il pomodorino si rabbuiò un'altra volta, ma poi pensò:
"Tanto non verrà mai".
"E io ti aspetterò!" rispose.
In fondo gli sarebbe piaciuto averlo vicino. Il suo primo amico!

Al ritorno a casa, trovò la zia con la febbre alta, in preda al delirio. Si prese subito cura di lei.
L'aiuto a guarire e man mano che si riprendeva, il suo atteggiamento nei suoi confronti cambiava. 
Piano eh! Non tutto in una volta, se no è troppo facile!
Qualche volta mostrava nei suoi confronti, piccoli accenni d'affetto. 
Il pomodorino non vi era abituato, però si abituò presto, e iniziarono a creare un vero legame di sangue. Una sensazione d'appartenenza mai provata prima. 
Prendersi cura di qualcuno, lo gratificava. Le passeggiate diminuirono, e il pensiero di ritornare al singolare villaggio per rivedere Far, fu accantonato per prendersi cura, volenterosamente della zia.

Comunque, nonostante un po' di luce nella sua vita, qualche gratificazione personale, e sprazzi sporadici d'affetto della zia, rimaneva sempre il problema più grosso: i bulletti della scuola.

Tieniti impegnata...solo una settimana ancora, e una terza e ultima parte concluderà questa avvincente storia😉 


Commenti

  1. Se il finale non mi piace, ti porto pomodori marci sotto casa... XD

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    1. 🤣🤣🤣🤣🤣🤣e bravo! 😁 Questa non me l'aspettavo. Ora dovrò mettermi d'impegno per scrivere un "finale strepitoso"!!!!!

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    2. Non puoi illudere i lettori e poi all'ultimo..."boh, oggi non so che scrivere...facciamo che tutti i pomodori esplodono". 🤣

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  2. Non è mai troppo tardi x trovare un vero amico, forza pomodorino.
    Sperando ke Sara nn ti faccia finire nella minestra di legumi😂😂

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    1. Carina l'idea della minestra di legumi 🤔🤔 io però ho scelto un finale felice, felice😘

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