Il triste pomodorino parte terza

Era una splendida giornata primaverile. Il sentiero, costellato di fresie, ranuncoli e qualche sporadico papavero, lo rendevano un paesaggio felice, felice.
Era proprio contento di aver scelto quella fantastica giornata per compiere la sua impresa. Si sentiva bene, incredibilmente bene!
"Si!Posso farcela...Se c'è riuscito lui..."

Quel giorno la maestra  aveva riempito la lavagna di numeri.
Ora tutti e 60 gli alunni, stavano svolgendo un compito in classe.
Distratto, il piccolo pomodorino pensava alla zia.
"Si stava riprendendo così bene! Da qualche giorno però, ha una brutta tosse che non la fa dormire per tutta la notte".
Lo scherzo 'del giorno', lo attendeva ignaro: una grossa gomma da masticare attaccata alla sua sedia. 
Quando al suono della ricreazione, si alzò, partirono gli scherni.
La meletta con le codine e gli elastici sfilacciati, puntò il dito:
"Guardate i suoi pantaloni! Sono tutti sporchi!!"
"Già" disse il Ravanello, "sei proprio ridicolo ad andare in giro con quella patacca sul di dietro".
Nel frattempo, cercava di pulirsi le mani da una sostanza gommosa...
"Un consiglio: prendi in prestito i pantaloni di tuo fratello" canzonò la patata con le bretelle.
Bretelle usurate, con i giorni contati. La patata, viveva con il terrore di perderle, e ritrovarsi in mutande davanti a tutti. Mutande con disegnini Hawaiani... Figuriamoci!
"Ma io non ho fratelli" mormorò il pomodorino.
Il ravanello avvicinandosi minacciosamente a lui, rispose:
"Lo sappiamo che non hai fratelli, ne sorelle, tanto meno genitori. Sei proprio..."
Una voce trattenuta a stento dall'ira ribatté:
"Se lo sai perché glielo dici?".
Colti di sorpresa si voltarono in direzione della voce. Quando videro a chi apparteneva si stupirono ancora di più! Non avevano mai visto nessuno di così strano, così diverso da loro.
"E tu chi sei??" dissero in coro.
"Sarà mica un extraterrestre👽??" suggerì a bassa voce la meletta.
La patata si ritrovò ad avere i pantaloni stranamente sporchi, nello stesso punto del pomodorino. Non si trattava però di gomma da masticare...
"Far!!!Amico mio!!".
Il pomodorino corse ad abbracciare Far, il piccolo Farro del villaggio dietro la montagna.
I suoi compagni, confusi, intimiditi, guardavano ora l'uno, ora l'altro.
"Ho attraversato la montagna, come hai fatto tu e..."
Si udì, un generale:
"Ooooh!!" di sorpresa. 
Suonò nuovamente la campanella e tutti rientrarono, non senza essersi voltati più volte ad osservare lo 'straniero'. Compreso il pomodorino.
"Ti aspetto qui" disse Far rassicurandolo.

Ragionamenti

Per quel giorno nessuno commentò più lo scherzo della gomma. Si limitarono a ridacchiare alle spalle del nuovo venuto. Siccome Far volutamente li ignorava, tornarono ognuno a casa sua.
Il pomodorino camminava a testa bassa, aveva millantato di essere un vero eroe, di avere tanti amici che lo cercavano... era bastato ben poco ovviamente, per dimostrare che le cose si presentavano in maniera molto differente da come lui le aveva presentate. 
"Far" iniziò, "scusami Far, ero così lusingato dal fatto che mi consideravi "qualcuno" per l'impresa che avevo appena compiuto, e nessuno" fece una pausa, deglutì, cercando le parole giuste "nessuno, davvero nessuno, mi ha detto che ho mai fatto qualcosa di buono nella mia vita. Quindi, beh io, cioè..."
"Non importa, ti capisco bene."
Il pomodorino sollevò di colpo la testa:
"Davvero?".
Far sorrise, abbracciandolo:
"Davvero. Un mio compagno, per giunta il mio compagno di banco, mi diceva di tutto. Quando nessuno lo vedeva, mi spintonava, mi seguiva fino a casa urlandomi contro, mi rubava la merenda. Un vero incubo."
"Poi?".
"Poi, ho dovuto imparare a combattere nel modo giusto".
"Hai fatto a botte ed hai vinto tu? E' questo che vuoi dire?" chiese, tutto contento. 
"No".
Il pomodorino fece una faccia molto delusa.
"Ho incominciato a pensare: perché si comporta così? Ha qualche problema in casa? Perché lo fa? Perché se la prende proprio con me?".
"Qualunque cosa non è certo un motivo buono per fare del male ad altri! Lo stai giustificando!!Non lo trovo per niente giusto" esclamò il pomodorino mettendo il broncio.
"Non lo sto giustificando. Solo che, capire i motivi per cui si comporta così, potrebbe aiutarti ad essere più padrone e non vittima delle emozioni. Hai pensato ad esempio, cosa potrebbe essere frustrante per la Patata?".
Il pomodorino ci pensò su:
"Beh, l'ho sentito lamentarsi spesso perché è l'ultimo di 31 fratelli e sorelle, ed è costretto ad indossare sempre la roba del primo."
"Non ho fatto in tempo ad osservarlo, ma immagino che sia pieno di toppe e cuciture".
"Si. Per questo tenta di tirarsi su i pantaloni, con quelle povere bretelle che hanno i giorni contati."
Far continuò:
"Parliamo un po' del Ravanello. Lui è l'osso più duro, non è vero?"
"Si" mormorò il pomodorino.
"Quali sono secondo te, i suoi punti deboli?".
"Non saprei...".
"Andiamo! Ne abbiamo tutti!".
Con un sorriso da orecchio ad orecchio, tappandosi il naso, rispose:
"Puzza terribilmente! Non riesce a controllare scorreggi e ruttini. Non gli si può stare vicini per più di qualche minuto. In effetti, penso che se ne vergogni ma..."
Sotto un meraviglioso albero di mimosa, finirono i resti della merenda.
Con la bocca piena, Far riprese il discorso:
"Forse è proprio questo ad incattivirlo. Molti si sentono meglio quando, non riuscendo a controllare la propria vita, dominano, o provano a dominare quella degli altri."
Il pomodorino si animò:
"Hai ragione! È proprio un abuso di potere!".
"Esatto! È consapevole che tu gli permetti di farti del male, e continuerà ad averti in pugno, a svalorizzarti sino a quando glielo permetterai".
Il pomodorino si rannicchiò in se stesso:
"Facile per te dirlo ora che l'hai vinta. Pensi che non abbia mai provato a reagire? Non ci sono riuscito. Mi sento terrorizzato! Non posso farcela, non posso. Io non sono come..."
"È questa la tua stampella?". 
Ripresero a camminare.
Il pomodorino non capiva:
"Come scusa?".
"È con questa che ti appoggi ogni giorno? La tua stampella che ti sorregge, come se avessi un piede fratturato? Frasi come: non posso farcela o non ce la farò mai... queste frasi sono certo che 
lo sai, più continui a ripetertele, più sarà così? Butta via questa stampella, e prepara al suo posto, un piano di difesa e uno d'attacco."

Un piano di difesa e uno d'attacco

Erano giunti ormai a casa. Il pomodorino si accertò della salute della nonna. Era riuscita infine a riposare e sembrava stesse meglio.
"Dorme" spiegò a Far.
Si sedettero sopra una panca in cortile.
Grattandosi un orecchio, il pomodorino riprese l'argomento che gli stava così a cuore.
"Un piano d'attacco e uno di difesa? Come posso fare?".
"Devi convincerti che hai un valore e...".
"Eh! Come no! Loro pensano che io sia...".
"Loro pensano ciò che tu stesso pensi di te, convinciti del contrario. E ora: postura! Alzati in piedi!".
Divertito,ubbidì.
"Dritto! Non irrigidire le braccia. Più disinvolto! Voce! Dimmi un bel: "Forte! Forza! Vinco!".
"Davvero vuoi che lo faccia?".
"Forte e chiaro!".
"Ok!".
Con un bel respiro, iniziarono entrambi a ripetere con convinzione:
"Forte! Forza! Vinco!".
"Ancora!" incoraggiava Far ridendo.  
"Ricorda che hai anche un altro vantaggio".
"Quale?".
"Sai già in linea di massima ciò che diranno. Puoi prepararti a rispondere con battute simili a: 'sai che novità!', 'già sentita', 'che monotonia'!
Sciogli la catena con l'umorismo, senza rafforzarla con la vendetta. Non serve a niente, credimi! Se inizi anche tu il primo piccolo cerchio, o catena, in poco tempo, ti sembrerà strano ma lo è, diventerai come loro. Ora devo proprio rientrare...".
"Aspetta! Che altro posso fare?".
"Prova a parlare singolarmente ad ognuno di loro, mai in gruppo perché non si spalleggiano."
"E con Ravanello?".
"Prova a fare la stessa cosa. Trova il momento e il posto adatto, da solo per parlargli. Senza fare lo spaccone."
"Figurati...".
"Appunto...".
"E se niente di tutto ciò funziona?".
"Beh," disse, ammiccando con l'occhio "vieni a vivere vicino a me".
"Magari!".
Far gli mise una mano sulla spalla:
"Non puoi lasciare che le cose continuino così. Non hai niente da perdere! Se le cose non dovessero andare così, come speriamo, la tua più grande difesa sarà: sopportare la pressione. Ma io sono fiducioso che le cose si sistemeranno per il meglio."

Finale felice

Così, giorno dopo giorno, il triste pomodorino si esercitò nel suo piano di difesa e d'attacco. Più si esercitava, più la sua autostima cresceva.
Fece visita più volte al suo amico Far e viceversa, così i suoi propositi e sforzi si rafforzarono. 
Fece di più! Regalò un paio di splendide bretelle nuove a Patata, degli elastici rosa a Meletta (detto in confidenza, si prese una bella cotta per lui...) e incredibile a dirsi, conquistò anche Ravanello.
Gli regalò un assortimento di tisane depurative, che lo aiutarono nei suoi problemi intestinali, rendendolo più avvicinabile e meno scontroso.
Tutti furono promossi, con grande soddisfazione delle insegnanti. 
Anche il nostro eroe cambiò il suo aspetto, e così anche la sua storia.
Da quel giorno diventò: il pomodorino felice😃

Commenti

  1. Grazie Sara😄😘ho fatto il tifo per il triste pomodorino, e sono contenta che sia diventato il felice pomodorino, i veri amici sono importanti nella vita di ciascuno, e menomale esistono😜

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    1. Grazie Poppins, in arte Mery😉 Gli amici sono davvero indispensabili nella vita. Che bello averne tante, tanti come te🤩

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  2. Bravissima Saretta, mi è piaciuta molto la tua lezione di psicologia, partendo da una giusta dose di autostima il povero pomodorino si è guadagnato il rispetto di quelli ke prima gli erano nemici. Far si è dimostrato un vero amico ke ha dato consigli saggi e il pomodorino nn ha esitato a metterli in pratica, questa è la vera amicizia😍

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