Eroismo


Mio zio

Mio zio è un eroe. O almeno così mi ha sempre detto mia madre. 
"Lui è un eroe vero! Vedi cara, ha compiuto talmente tante imprese eroiche che ci si potrebbe fare un film sulla sua vita. Sarebbe meraviglioso!" dice sognando ad occhi aperti.
"Immagina! La folla che va in delirio, applaude, urla il suo nome. Noi che diventiamo ricchi! Prima o poi..." ripete, accarezzandomi la testa.
Faccio fatica, a te posso confidarlo, faccio proprio, veramente molta fatica. L'immagine di un eroe è per me quella di un ragazzo bello come la luce del sole, alto, muscoloso, con degli occhi così profondi che quando ti guarda, ti trasformi in un budino traballante al cream caramel. La sua voce, rassicurante e autoritaria allo stesso tempo, mi ricorda una mano tesa, pronta di continuo a sorreggermi. Passo sicuro, audace, impavido. Simpatico al punto giusto: 30 gradi di serietà e 70 gradi di umorismo. Perfetto! Questo era il mio ideale di eroe e l'uomo dei miei sogni.
Il mondo doveva essere pieno di eroi! Tanti, tranne mio zio.
Era si alto, molto alto, e forse questa era l'unica cosa che poteva trarre in inganno perché, alto si, muscoloso no. A me ha sempre dato l'idea più di un orso peloso, (e lo era davvero: sia peloso, che orso...)  poiché in casa non parlava molto. Come faceva ad essere un eroe quando la sua stessa ombra lo spaventava? Un rumore improvviso? Trasaliva! Decisamente poco eroico.
La sua camera, era tappezzata di "meriti" e riconoscimenti. Sopra il comodino, un grosso trofeo che ricordava costantemente una delle sue imprese.
Eppure, io non riuscivo a vederlo così. I miei pensieri però, non li esprimevo, perché quelle poche volte che l'avevo fatto, ne avevo ricevuto un:
"Vai in camera tua. Non uscire di lì sin quando non te lo dico io. Non si manca di rispetto ad un eroe!".
Poi feci una scoperta. Una volta, stufa di sentir cantare le sue lodi da mia Madre, sarcasticamente ne venni fuori con un:
"Che zio!".
Non cogliendone la nota stonata, mia Madre pensando erroneamente che lo stessi ammirando, mi abbracciò e mi diede un bel pezzo di torta.
Ora, quando volevo ottenere qualcosa, mi bastava ripetere:
"Che zio!" e il gioco era fatto.
Quella frase, era cento volte più convincente di tutti i piagnistei e le lacrime che avrei mai potuto versare, senza riceverne in cambio un bel niente.

Imprese

Una delle imprese dello zio era quella chiamata: 'impresa pompiere'.
"Ricordi quando lo zio non viveva ancora con noi e ci sentivamo così soli?" diceva la Mamma.
Annuivo, sforzandomi di non farlo al contrario. Invece di fare si, la mia testolina voleva fare cenno di no.
"Si" dicevo.
Nel frattempo pensavo:
"Soli sarebbe stato l'ideale. Avrei avuto una cameretta tutta per me invece di dividerne una con mio fratello."
"Ebbene, tuo zio ha salvato la vita a tante persone. Dove abitava prima c'era un fiume. Non un rigagnolo come da noi. Un fiume pieno d'acqua. Un giorno la pioggia fu così tanta, che il fiume straripò, allagando le case e distruggendone molte. Lui, con il suo coraggio, si è buttato nel fiume, riuscendo a strappare alla morte, la vita di diverse persone e bambini che stavano per annegare." 
Prese respiro e continuò:
"Una notte, vide a distanza un bagliore. Qualcosa bruciava. Più si avvicinava, più si rese conto che si trattava di una casa. Così, con tutto il suo coraggio, sfidò le lingue di fuoco già alte, e portò in salvo: padre, madre e due bambini. L'abbiamo battezzata 'impresa pompiere".
"Forte!" dicevo senza perdere d'occhio la fetta di torta che stava per essermi 'recapitata'. Avevo paura che la tagliasse troppo fine, mi affrettai quindi ad aggiungere:
"Che zio!" giusto in tempo! La fetta mi venne recapitata all'istante bella grande come desideravo.
Mia madre è la miglior cuoca in assoluto. Lo dicono tutti in casa. Scusa! Tutti tranne lo zio, di poche parole ma di grande appetito.
Mio zio è il 'piccolo' di casa. Ha si, 30 anni, ma lei lo tratta sempre con troppa accondiscendenza:
ordina la sua stanza, lava la roba, la stira.
Come ho già detto, mio zio è di poche "frasi". Una delle sue preferite è:
"Il colletto della camicia che sia ben stirato. Mi raccomando! Stasera esco".
"Un altra ragazza?" chiede la Mamma con un sorriso dolce, dolce.
"Grunf" risponde, un po seccato.
Mia madre fa finta di niente. Ci riprova aggiungendo speranzosa:
"Magari è quella giusta!".
"Ri-grunf" esprime quell'orso di mio zio.
"La speranza è l'ultima a morire" con "Non mi arrenderò mai", sono le costanti di mia madre.
Io osservo e penso:
"Prima o poi dovrò dirglielo che è diventato grande. Poverina, ci rimarrà male! Ma qualcuno deve pur farlo. Penso che solo io possa assumermi questo sgradevole compito. Non ho secondi fini per carità!
Avere le attenzioni solo per me? Cose da bambine! Quanti anni ho? Non si chiede l'età alle femmine!".

Eroismo

Come ho già detto, queste storie sono diventate l'emblema della famiglia.
Raccontate centinaia di volte, abbellite sicuramente, ma sempre affascinanti.
Da ragazzino, era uno scapestrato, un perditempo. Dopo i salvataggi che fece, divenne il più saggio, il più considerato.
"Salva le persone! Quindi sa fare tutto, e sa tutto."
Questo pensiero non veniva espresso, ma pesava nell'aria di casa che respiravamo. Fortuna che ci pensavo io ad aprire le finestre😎
I suoi rari accenni di 'lunghe conversazioni', avevano come unico argomento le sue imprese:
"Avevano lasciato il fuoco acceso" diceva, "sicuramente qualche scintilla del camino ha dato il via all'incendio. Si mettono nei guai" borbottava, "poi li devi salvare tu rischiando la vita" ripeteva. 
Dietro il borbottio c'era l'orgoglio dell'impresa, lo percepivo.
E percepivo pure qualcos'altro, perché la voglia di 'allargare' uno dei suoi atti eroici, chissà perché gli veniva quando vedeva mia madre togliere dal forno la torta. Ma non l'avrebbe avuta vinta! Queste erano tattiche dilettantesche! La fetta più grande l'avrei avuta io!
"Che zio!" mi affrettavo a dire.
Mi venne in mente che, se avessi compiuto anche io un atto eroico, mi sarei assicurata torta e attenzioni a volontà. Potevo sfruttare la situazione a mio vantaggio. Il detto: "tale padre, tale figlio" sarebbe andato bene anche "tale zio, tale nipote"! O giù di lì...


La lista

Chiesi consiglio allo zio. A tutta prima rimase spiazzato dalla mia richiesta:
"Grunf!" esclamò sorpreso.
Poi, accondiscese e mi diede delle dritte. Conoscendo le sue abitudini, facevo fatica ad accettarle. Più che delle dritte, la mia mente le trasformava in 'storte'.
Iniziò col dirmi che:
"Un atto eroico implica sopratutto tre cose: valore, generosità, e sacrificio."

Ascolto, poi rifletto🤔🤔.

Valore:
"Il valore di una persona è determinato dalle sue azioni, non da quello che dice. Vedi, io prima ero uno scapestrato, un perditempo, un fannullone, bugiardo e ladruncolo".
Io zitta, zitta annuivo pensando:
"Però! Ti sei dato da fare con tutte queste virtù!".
Lo zio continuava la sua tiritera:
"Cos'è una medaglia o un trofeo? Non sono niente, paragonati al valore dell'azione fatta". 
"Che noia🙄🙄" pensavo "a me va bene tutto, mi accontento anche di una "coppetta", d'oro s'intende..." 🤭🤭🤭

Generosità:
"Fare del bene quando ce n'è bisogno, significa essere persone generose. Se sei generosa, non avrai problemi a trovare i modi per fare "un'atto" eroico, inizia con le piccole cose, per arrivare alle grandi". 
"Che belle parole zio!" dico "mi dai un consiglio? Come posso fare?".
"Devi sempre dividere le cose che hai. La tua merenda ad esempio".
Rapido come un fulmine, acchiappa il mio panino, e... non posso nemmeno dire "in un battito di ciglia", perché è più veloce, lo inghiotte.
Mi infastidisce che mangi il mio panino, soprattutto mi infastidisce ciò che dice.
Possiede diverse vigne, mio fratello le lavora, ed ogni anno rendono così bene che non ne rimane mai sprovvisto di vino, ne ha una cantina piena di bottiglie, ma non ne ho mai vista una sopra la nostra tavola! Prima o poi glielo dirò che a papà non piace solo l'acqua! 

Sacrificio:
"Prendi me, ad esempio: ero disposto a sacrificare la mia vita, per salvare quelle persone. Tu cosa sei disposta a sacrificare?".
Non lo sapevo. Però qualcosa l'avrei fatta.
Mio padre si alzava molto presto per lavorare. Mia madre si alzava molto presto per andare a lavorare. Mio fratello andava a lavorare nel tempo intercorso tra mio padre e mia madre. Io... non andavo a lavorare, ma mi alzavo lo stesso presto per andare a scuola.
Mio zio...beh non si alzava mai presto, non andava a lavorare, non andava a scuola, e rimaneva a letto.
Però viene considerato un eroe!


Impegno

Con questi consigli in mente, sacrificando, le mie prossime tre fette di torta prima di averli, cercai le occasioni per la mia impresa. Per mesi e mesi, tenni i miei sensi all'erta, caso mai capitasse un atto eroico da compiere. Qualcuno poteva avere un malore mentre nuotava, quindi costeggiavo sempre il fiume...
Qualcun altro distrattamente avrebbe potuto sporgersi dal ponte e cadere giù, ma c'ero io sempre nei paraggi, pronta ad afferrarlo. Immaginavo il sindaco che mi consegnava una enorme targa con su scritto:
"Per l'atto eroico di...". Che soddisfazione avrei avuto! Avrei costretto mia Madre ad appenderla in cucina. Avrebbe preso metà parete, ma che importava? Alla faccia di quell'orso di mio zio! Che defrauda le attenzioni che mi spettano!

Un giorno, tra un chilo di pane dal panettiere, ritirare le scarpe dal ciabattino, tre garofani comprati dal fioraio, sentì un grido, un urlo disperato di una madre. Incoscientemente, il suo bambino, lasciata la sua mano, si mise a correre verso il centro della strada, una strada molto trafficata. Un'auto sta per metterlo sotto. In pochi secondi: vedo, penso e agisco: lo spinsi in avanti e... svenni.

Conseguenze 

Finalmente! Finalmente avevo raggiunto il mio obiettivo! Avevo salvato anche io una vita!
Che sensazione meravigliosa poter leggere l'orgoglio, negli occhi dei miei, la gratitudine in quelli della madre del piccolo, di simpatia in quelli dei medici. Avevo riportato solo una piccola commozione cerebrale, e una costola rotta, niente di ché.
Non avevo ricevuto una targa da appendere, ma l'aspettavo fiduciosa. Se il sindaco si fosse dimenticato, sarei andata di persona a parlargliene. Se avevo salvato una vita, potevo fare tutto e sapere tutto.
Anche lo zio lo sapeva, dopo tutto c'era passato tante volte!

Un giorno venne a trovarmi, si sedette di fronte a me ed iniziò a piangere. Incominciò a dire che "si sentiva un fallito, che nella sua vita non aveva mai combinato nulla di buono, che non valeva niente."
Non sapevo cosa pensare, ne cosa dire, io sono una bambina, ho solo 9 anni. Ops! Ho detto un numero a caso, ma non è assolutamente quella la mia età😬
"Ma zio, tu hai salvato quattro persone dal fuoco ed hai aiutato tante persone che stavano per annegare, e anche..." cercai di tirarlo su di morale. In fondo gli volevo bene.
"Frottole! L'unica cosa 'eroica' che ho fatto è stata quella di aver girato per il verso giusto una tartaruga. Sono tutto, meno che coraggioso. La mia stessa ombra mi spaventa. Il trofeo che ho sul comodino me lo sono comprato da solo😖e così tutto il resto. Non so perché io mi senta così, ma non ci posso fare niente! Non che non ci abbia tentato, però in fin dei conti rimango solo un fallito. Ora tutti si dimenticheranno di me e vedranno solo la tua impresa."
"Ben ti sta! Vendetta! Tremenda vendetta!" formulò la mia mente.
Ma la mia bocca invece si espresse così:
"Dai zio! Lo sai che la Mamma ti adora. Facciamo così: cambi vita, ti sposi una brava cuoca, dici la verità sul trofeo. Ed io farò si che la storia "tale zio e tale nipote" continui😊".
"E come?" mi chiese sollevato un po.
"Vedrai!" dissi abbracciandolo "apriremo un'agenzia diversa dalle altre. Un'agenzia eroica! Faremo tanti soldi e avremo tanti trofei!".
"Si! Ci sto" rispose tutto sognante.

Il più bambino tra i due? Non ero certo io e la Mamma lo sapeva...😌















Commenti

  1. Bellissima. :) Sento ancora il sapore della fetta di torta. :P
    Un giorno, se ci saremo, potremo anche noi raccontare i nostri atti eroici.

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