La macchina del tempo
Dicono che gli adolescenti siano in fase di cambiamenti. I più accaniti a questa 'teoria', sono genitori e medici, e ne danno la colpa agli ormoni in subbuglio.
Molti identificano la favola di "Alice nel paese delle meraviglie" con la crescita.
Mi infastidisce che ne parlino, che mi paragonino ad altri, o che aspettino al varco qualche mio minimo accenno di stranezza per poi dire:
"Eh! I cambiamenti dell'adolescenza!".
Come a dire:
"Poveretta! Non c'è tutta in questo momento!".
Questo "momento" poi non si sa se dura un'anno, prorogabile per altri tre, quattro e passa anni.
A me sembra che qualcuno, sia ancora in fase di cambiamenti adolescenziali, visto come ragiona e si comporta anche se ha passato la cinquantina...
Ebbene, non mi chiamo Alice ma Patrizia. Sono rossa di capelli e non bionda.
Non mi sto rimpicciolendo e nemmeno allungando. Sono quasi identica all'anno scorso.
Ho un gatto, anzi due, e mi sembrano abbastanza normali.
Non vivo nel paese delle meraviglie, ma mi piace dove sto.
Sono puntuale, quindi non sopporto il Bianconiglio.
Non porto cappelli come il cappellaio Matto, e detesto il tè delle cinque. Per non conformarmi alla massa, lo prendo prima, alle tre, subito dopo mangiato.
Sono più un'adolescente pragmatica, cioè pratica, concreta. Ho la testa proprio dove deve essere: sopra le spalle, al suo posto, non per aria. Ci tengo all'immagine, per questo non perdo tempo a giocare a carte, quindi non c'è pericolo che faccia infuriare un'ipotetica Regina di cuori.
Penso che ora tu abbia un quadro un po più ampio su chi io sia, poiché questa è la descrizione che più mi somiglia.
Almeno, pensavo di essere così, sino a pochi giorni fa. Poi, una frase potrebbe avermi portato a pensare che forse io pure, sono in fase di cambiamenti.
Perplessità
Una sera stavo per addormentarmi. Per cena avevo mangiato della pizza, ed avevo sete. Mi alzai per andare a bere e sentii i miei genitori ancora svegli. Nel piccolo salotto, a bassa voce, probabilmente per non svegliarmi, bisbigliavano tra loro. In punta di piedi mi avvicinai di più alla porta, tenendola aperta il tanto per sentire meglio:
"Il futuro dei vecchi sono i loro figli" diceva mia madre. In mano aveva un libro aperto, forse lo stavano leggendo insieme. Lo facevano spesso, per poi condividere idee e opinioni.
In casa, si leggeva molto e si guardava ben poca Tv.
Mio padre annuì:
"E' vero, sino a poco tempo fa non l'avrei vista così ma ora...".
Tornai a letto. Quei discorsi non mi interessavano. Ero più preoccupata per il compito di matematica
dell'indomani. Con la mente cercavo di ricordare i vari passaggi, le regole, insomma tutte le nozioni che mi sarebbero state utili per prendere un buon voto.
A me la scuola piaceva. Mi vennero in mente due o tre compagne che venivano a scuola solo perché non potevano sottrarsi al loro 'obbligo'.
"Mi chiamino pure "secchiona", invidiose che non siete altro!" pensai.
Forse per la stanchezza, forse la pizza, (in realtà ne avevo mangiate due... ma che ci posso fare! Ho sempre fame!😅) come una trottola, mi girava e rigirava, continuamente la frase sentita poco prima:
"Il futuro dei vecchi sono i loro figli..."
Un pensiero mi costrinse nuovamente ad alzarmi.
Stando, ancora più attenta a non fare neanche il più piccolo rumore, tenni la porta un po più aperta, per osservare meglio mio padre e mia madre.
"Ma guarda!" pensai stupita osservando i capelli leggermente brizzolati di mio padre.
"Quando gli sono spuntati fuori?".
Cercai di rassicurarmi:
"Beh, comunque, in ogni caso li ha ancora tutti".
Passai a mia madre, la vidi stanca.
"Ovvio! Siamo a fine giornata!".
Certe rughe un po più pronunciate agli angoli della bocca, mi intenerirono. Non avevo notato nemmeno quelle. Richiusi attentamente la porta.
Mio padre ha la buona abitudine di fare continua manutenzione in casa, compreso oliare i cardini delle porte per non sentirne il fastidioso cigolio.
Pensai:
"Bravo papà! Un lavoro proprio provvidenziale".
Tornai a letto con il cuore un po più pesante.
"Troppa pizza, eh si... troppa pizza...".
L'ultimo pensiero prima di iniziare il mio sonno fu:
"Forse per "cambiamenti" si intende questo: trovarsi a tu per tu con realtà nuove."
Alice
L'indomani, in classe finii il mio compito con molta fatica. Non ero troppo soddisfatta, ma lo consegnai lo stesso. La mia mente era altrove.
"Ehi Patrizia! Patrizia aspettami!".
Mi voltai. Di solito faccio sempre il tragitto del rientro con la mia migliore amica. L'avevo completamente dimenticato. Di solito è lei quella con la testa tra le nuvole.
Ecco! Lei si, che potrebbe essere una parente prossima dell' Alice delle favole!
Vive in un mondo tutto suo, è una sognatrice. A colazione mangia "pane e fantasia", proprio come il celebre film! Infatti, adora tutti i film anni 60', e quelli improntati su fiabe alla "Fantaghirò". Nei libri, adora il genere Fantasy.
A lei i vestiti, le si sono ridotti. Dubito che la colpa sia di un lavaggio sbagliato della lavatrice...
In un anno è cresciuta moltissimo, sia in altezza che in peso. Avrà preso qualche 'pozione' miracolosa con la scritta: "Bevimi!". Oppure, avrà mangiato qualcosa con su scritto "Mangiami"!
Spero non un fungo, perché non è una grande 'Micologa', non è certo un'esperta di funghi, e potrebbe essere pericoloso😂
Veste ancora come una bambina, benché io tenti di convincerla ad essere un po meno vintage e un po più glamour. Lei e quella ridicola collezione di cerchietti che ha! Ne indossa uno diverso ogni giorno! Fiocchetti, fiocchettini! Non si può andare vestiti così in seconda superiore! Niente! Per quanto mi voglia bene, non rinuncia a questo 'antiquato' accessorio.
Indovina un po? I suoi capelli sono biondi e, caso vuole, che si chiami proprio Alice.
"Ciao Alice" rispondo malinconica.
"Beh! Che hai? Non avrai preso 'solo' un otto!".
"Ah! Ah! Ah! Spiritosa.".
Mi rispose ridendo:
"Scusami, ma io so che quella faccia lì, la fai solo se non ti mettono un dieci come da routine. Che c'è? Che ti passa per la testa? A proposito di testa, ti piace il mio nuovo cerchietto?".
Guardai il suo nuovo cerchietto. Come avevo fatto a non vederlo? Era così obbrobriosamente brutto che era impossibile non notarlo. Dovevo proprio essere immersa nei miei pensieri. Comunque ignorai la domanda sul cerchietto e risposi:
"Sono solo sopra pensiero. Tutto qui".
"Beh, sai che genio! Sin qui c'ero arrivata anch'io!".
La sua testa oscillava mentre parlava, mettendo a rischio il cerchietto.
"Magari le cadesse!" pensai trattenendo un risolino interno.
"Ti è mai venuto in mente che nel frattempo che tu diventi grande, lo diventano anche i tuoi genitori?" le chiesi.
"No! Sei tu 'il cervello pensante' tra noi due. Io sono il 'cervello' sognante" rispose sorridendo e abbracciandomi "ma perché tutto ad un tratto questo pensiero? I tuoi sono ancora giovani, mi pare."
Sollevai le braccia e mi sistemai meglio un libro in bilico, stava per cadere proprio come il suo cerchietto.
"Ieri ho sentito i miei parlare tra di loro. Non so quale fosse l'argomento. Una frase però mi ha colpito. Dal modo in cui parlavano poteva essere anche una citazione di qualche libro." Mi fermai un'attimo a riflettere.
"E allora?".
Alice non è un tipo molto paziente. Siamo come il DO e il LA della scala musicale. Però, come per comporre una melodia c'è bisogno del DO come del LA, così tra noi due. Io avevo bisogno di lei come amica, e lei di me. Insieme parlavamo di ragazzi, di sogni, (molto più lei...) di viaggi ecc...
"La frase è questa: Il futuro dei vecchi sono i loro figli".
"Una gran bella frase!" disse, ripetendola a voce bassa due o tre volte per farla sua.
"Stai pensando ai tuoi genitori o al nostro futuro?" mi chiese.
"Interessante la tua riflessione" mi fermai per ampliare il concetto nella mia mente.
"Dai Patrizia! Non pensarci ora! Dimmi cosa ti ha preoccupato e basta!".
"Ho visto qualche segno del tempo in più sui miei genitori, e ho pensato che sarebbe bello che il tempo si fermasse, non solo per loro ma anche per i miei nonni."
"I tuoi nonni!" esclamò entusiasta "quando torniamo a trovarli?".
Lei non aveva mai conosciuto i suoi nonni. Allora io, le avevo fatto conoscere i miei. Ne era rimasta completamente affascinata. Di conseguenza, il suo modo aperto e affettuoso, li aveva completamente conquistati.
Avevo provato un po di invidia, lo confesso, perché io non sono così espansiva nemmeno con loro, anche se lo vorrei.
"Ci andremo presto! Pensa, che un periodo tutti e due non facevano altro che tirare fuori strane teorie sul...".
"Che teorie?" esclamò allargando gli occhi azzurri. Già... aveva anche gli occhi chiari come quelli di Alice...
"Assurde teorie sul fatto se sia possibile o meno, viaggiare nel tempo".
Questa volta, fu Alice che si fermò come folgorata:
"Questa si che sarebbe una fantastica idea!! Pensi davvero che sia possibile...".
"Andiamo! Non ci credo che sei così ingenuamente credulona!"
Non si arrese:
"E se invece fosse possibile? Mi pare di ricordare che pure fisici famosi, lo ritengono probabile".
"Probabile, non vuol dire che sia possibile."
"Certo, certo..."
Nemmeno mi stava a sentire.
"Se i tuoi nonni ne parlavano, forse ne sanno qualcosa in più di noi due. Che ne dici, ci invitiamo a pranzo e li tempestiamo di domande?" disse speranzosa.
Ci pensai su un attimo. I suoi erano al lavoro, e ai miei non sarebbe affatto dispiaciuto.
"Perché no? Faccio una chiamata per avvisare i miei. Inoltre, oggi è venerdì e la nonna avrà preparato il polpettone".
"Adoro il polpettone che fa!".
"Tu li adori a prescindere" risposi ridendo.
Diverse si, ma sul polpettone della nonna, il giudizio era sempre un entusiastico unanime: SI!
Tu che dici? La storiella dei viaggi nel tempo, è una cosa che appartiene alla fantasia o una cosa 'probabilmente' possibile?
Ti senti un po più Patrizia? O parteggi per Alice? 😉
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