La donna casalinga parte due
Se sei incappata per la prima volta su questo blog, mentre cercavi articoli "sulla donna casalinga", benvenuta sei in buona compagnia! Forse ti farà piacere, prima di continuare la lettura di questo articolo, leggere quello precedente. Eccoti accontentata! Clicca pure su questo bellissimo color blu😄
Ti senti un prodigio?
So cosa stai pensando:
"Non proprio... Perché, dovrei?"😅
Certo, perché la tua è una professione indispensabile, e come molte professioni importanti, viene spesso sottovalutata e mal pagata!
Ferma lì! Ti anticipo:
"Veramente non sono pagata per niente..."
Interessante la tua affermazione 🤔
Hai mai pensato, per ipotesi, solo per ipotesi, di quantificare in termini monetari il tuo lavoro in casa? No?
Nessuno può impedirci di giocare con i numeri. Ci stai?
Trasferisci la tua giornata 'lavorativa' fuori casa e supponi di lavorare per altre famiglie, diciamo "almeno" 6 ore al giorno e anche di assegnare un prezzo in base al tipo di lavoro che fai.
Diciamo che, restringendo di parecchio: per le pulizie prendi tot, per cucinare tot, per cucire tot, stirare tot...
Fatto? Tirando le somme: che calcolo è venuto fuori? Un bel "gruzzoletto" eh?😏
Al "gruzzoletto" aggiungi quello che non è quantificabile, quello che non si può comprare: l'amore, il sacrificio, l'impegno, l'onestà che ci metti.
Riflessione: con un sistema assetato di valori morali, che guadagno meriteresti?
Una donna 'dai mille volti'
Forse non hai studiato per fare l'attrice e non ti senti bella come Audrey Hepburn. Di conseguenza, non fai "Colazione da Tiffany", ma da tua cognata che abita al piano di sotto.
I tuoi "mille volti" non sono rappresentazioni teatrali, ma quotidiane storie di vita tra un cambio di federe, lenzuola colorate, e una lavatrice di panni sporchi.
Eppure, anche tu hai le tue piccole, grandi soddisfazioni. Ad esempio puoi all'occorrenza, emulare chi vuoi. Il luogo ideale per fare questo tipo di esercizio, e perfezionare questo particolare aspetto é la cucina.
Prenditi tutto il tempo che ti occorre, senza fretta. Scegli un menù con primo, secondo e contorno nuovi che non hai mai fatto. Disponi in bella mostra gli ingredienti che ti occorrono, e inizia a lavorarli con ingegno e passione.
La tua perplessità viene tradotta con la domanda:
"Che tipo di faccia dovrei riuscire ad emulare?".
Credimi, sarà qualcosa di inevitabile e spontaneo. Tu continua a mescolare, impastare, non manca molto te l'assicuro.
Il tuo sacrificato lavoro è terminato. Pian piano, senza che te ne renda minimamente conto, stai assumendo in modo del tutto naturale, il volto adatto all'occasione.
Osservi il tuo primo: una poltiglia dall'aspetto più che "non" invitante. Passi allora alla seconda portata, e ti chiedi se lo mangeranno lo stesso anche se è venuto fuori un'indecifrabile incrocio tra pesce e carne.
Il contorno? Bruciacchiato.
Potresti puntare tutto sul dolce, ma non è la tua giornata poiché il dolce è imploso al centro.
Eccolo là! Ferma, immobile! Non muovere un solo muscolo. Alla fine, dei piatti preparati non te n'è riuscito nemmeno uno, di conseguenza hai assunto quell'enigmatico sorriso che non è un sorriso.
Ora, e solo ora, hai davvero imparato ad emulare: il volto della Monna Lisa in cucina.
Sotterfugi
Accade alle volte che una donna si stanchi. È raro, molto raro 🤥🤥 ma succede.
Il problema è che anche se la signora "Stanchezza" si va a riposare, il signor "Cose da fare" per dispetto, triplica i suoi impegni.
Il rimedio si chiama: non essere perfezionisti.
Hai notato anche tu, che più perfezionista diventi più polvere si accumula? È così! Fidati!
Puoi prendere le cose da fare in contropiede.
Potresti dire a voce alta:
"Va bene, hai vinto tu".
Poi, però usi delle singolari 'accortezze'.
Ti faccio un esempio: in questo periodo 'primaverile', c'è il classico "cambio di roba stagionale". Questa frase da sola aprirebbe più di un articolo, ma io la tengo in caldo per un altra volta, in modo da non rischiare di perdere il filo del mio ragionamento 'logico'.
Dicevo, hai caricato e scaricato la tua lavatrice, steso la biancheria, ed ora hai la casa invasa di roba. Non distingui più mobili, televisori, letto. Non c'è un spazio che non abbia la sua parte di mutande, calze e maglioni. Ti senti una stazione ferroviaria. Un enorme smistamento, ognuno con la sua destinazione: i maglioni invernali insieme ai pigiami, e così via per la propria strada.
Si riprendono la scena: camicie, calzine corte, e vestiti leggeri.
Non ne puoi più! Questo è il momento di usare uno dei famosi sotterfugi. Sai che non ne puoi abusare ma in questo caso sei autorizzata a farlo.
Raccogli con gentilezza, sottolineo con gentilezza, pantaloni, gonne ecc... e con estrema delicatezza, le lanci dentro l'armadio, lontano da sguardi indiscreti. Poi, con delle eleganti travi di legno e dei chiodini argentati, blocchi l'armadio sino a quando non ti sentirai nuovamente pronta a diventare capostazione della tua casa.
I "sotterfugi", inutile negarlo, piacciono. Possono farti risparmiare tempo, salvarti dagli amici 'dell'ultimo minuto ' ed essere anche metodi innovativi ed economici.
Qualche anno fa, una cara amica con decenni di esperienza alle spalle come donna, e madre prodigio, mi insegnò un sistema estremamente efficace nella gestione "indumenti intimi e affini".
Dopo aver ritirato la biancheria asciutta, si stava accingendo a piegarla, e a fare il necessario 'smistamento' da destinare ai cassetti del comò. Io la osservavo con affetto perché si faceva voler bene. Ricordo il suo famoso rotolo al biscotto e cacao: la fine del mondo! Comunque, mentre chiacchieravamo, notavo che si alzava in piedi, piegava le camicie, le sistemava con estrema cura sopra la sedia, e ci si sedeva sopra!
E così ripetutamente. Tu cosa avresti fatto al mio posto?
"Perché fai così? Perché ti siedi sopra la roba?" le chiesi.
Si mise a ridere, e che capii un' altro sotterfugio:
"Figlia mia" rispose "questo è il mio ferro da stiro".
Aveva superato la seconda guerra mondiale, allevato tanti figli e aiutato tante persone con la sua ospitalità. C'era di che stupirsi e contemporaneamente ridere di gusto.
Sono certa che a questo 'sotterfugio' qualcuna avrà storto il naso. Ci sta.
In ogni caso, mi ha insegnato una regola fondamentale: non sempre si deve essere perfette, talvolta un po' di ironia può sopperire all'efficienza e diventare un indispensabile alleato in casi di bisogno.
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