Come mostrare empatia
Che giornata! I ricordi di un mare calmo, senza neanche un filo di vento, con un sole mite, avevano contribuito a renderla veramente piacevole!
Rimaneva solo un'ultima manovra per venire fuori dal posteggio con l'auto, e poi il ritorno a casa. Il posteggio però non era un parcheggio vero e proprio, ma un tratto di arenile della spiaggia. Parcheggiarsi era stato facile, venirne fuori senza 'insabbiarsi' molto più difficile. Le ruote, non avendo presa come accade invece sull'asfalto, giravano a vuoto insabbiandosi e ingolfandosi sempre più. Come se fossero delle sabbie mobili, venivano risucchiate e non c'era verso di venirne fuori.
Un ragazzo, uno dei tanti spiaggianti, che andavano e venivano, osservava la scena. Poi ad un certo punto, esordì dicendo:
"Hai visto? È successo pure a me! Ora ci rimani lì, ci rimaniiiii!!".
Dopo di che, soddisfatto della sua "prontezza di spirito" condita con estrema solidarietà, andò via.
😑😑😐😐
Davvero poco simpatico!!
Mi piacerebbe poter dire che questa è solo una storiella a lieto fine: lo spiaggiante pentito, torna indietro, chiede scusa per il suo comportamento villano, ed aiuta l'automobilista in panne a venir fuori dalla sabbia.
Ma questo non accadde, la storiella in questo caso è vera. L'automobilista (un mio amico) alla fine è riuscito a venir fuori da solo, utilizzando con pazienza le marce dell'auto.
Il comportamento del ragazzo 'poco ragionevole' merita una riflessione: secondo te, quanta empatia ha mostrato?
L' empatia
L’empatia viene definita come “la capacità di immedesimarsi nelle condizioni di un altro e condividerne pensieri ed emozioni” (Lo Zingarelli 2017).
Stai cucendo un calzino bucato. Dalla fretta hai dimenticato di mettere il ditale. Proprio quel giorno, l'ago aveva deciso di prendersi un giorno di ferie. Non aveva assolutamente voglia di lavorare, quindi richiamato al dovere, per dispetto, punge deliberatamente la prima cosa che gli capita sotto tiro
cioè: il tuo dito. Io che assisto alla scena, immagino il tuo dolore, quasi come se lo provassi io. Subito cerco un cerottino con i fiorellini, e trovatolo te lo metto per cercare di alleviare il tuo immenso dolore.
E tu? Riesci a metterti nei panni degli altri, a capirli?
In effetti la persona che prova empatia, pensa:
"Mi dispiace che questa persona sia triste. Chissà cosa le è capitato! Vediamo un po' cosa posso fare perché stia meglio."
L'antipatico per contro ragiona più o meno in questo modo:
"Meglio a te che a me. Probabilmente te la sei cercata. Quando ho avuto bisogno io, nessuno mi ha aiutato e ora... ci rimani! Ovvero: cavatela da solo. Arrangiati. Chi fa da se fa per ... se".
Non ci vogliono quintali di fosforo per capire che:
- Il primo pensiero è altruista.
- Il secondo pensiero è egoista.
Chiaro e limpido come il cielo il 3 Novembre dopo che ha appena piovuto!
Essere e rimanere persone empatiche non è facile. Talvolta occorre usare bene l'immaginazione per riuscire a vedere ciò che non si vede.
Vedere ciò che non si vede
Più facile a dirsi che a farsi! Posso avere dei buoni propositi verso la gente, ma quando questi vengono calpestati dalla maleducazione, perdo la mia empatia.
A nessuno piace essere bistrattato! Nemmeno al tuo coniglietto di peluche! Non sarebbe giusto strattonarlo, lanciarlo in aria, o sbatacchiarlo da una parte all'altra. Ti piacerebbe se lo facessero a te? A me no! Certe situazioni difficili, possono farci perdere le buone maniere.
Sei da un po di tempo senza sentire un tuo vecchio cugino. Hai saputo che la moglie ha avuto dei problemi di salute, ti dispiace e decidi di chiamarlo:
"Pronto, ciao Dionisio! Come stai? Sono Clara".
Lui ti risponde:
"Dimmi. Che c'è?".
"Come: dimmi?" pensi, "mi sto interessando di Lui e della sua famiglia e mi dice: "Dimmi, che c'è????".
Il primo istinto è quello di dirgli:
"No, niente, ti chiamavo per vedere se c'è linea o se l'hanno interrotta visto che stanno facendo dei lavori in zona...".
Invece, con pazienza ripeti:
"Mi faceva piacere sapere come state, visto che è da un po che non ci vediamo."
La sua risposta:
"Va bene, quello che va bene."
"Di bene in meglio!" pensi.
Cambi approccio e vai sul diretto:
"Ho saputo che Rita è stata poco bene...".
Seconda risposta evasiva:
"Si potrebbe stare meglio ma va bene così."
Capisci che non puoi andare oltre.
Potresti pensare tre cose:
1. "Forse la preoccupazione lo rende più chiuso. Farò un regalino alla moglie! Dopotutto, siamo parenti!".
2. "La prossima volta lo evito."
3. "Dovevo rispondere a tono."
Quale è il pensiero empatico? Il parente non ha detto niente, ma "vedere oltre ciò che si vede"
ti permetterà di fare una giusta scelta, concedere il beneficio del dubbio e non pensare subito:
"Bocciato!! Da adesso e per l'eternità! Nei secoli, secolorum!! Lui, sua moglie, e i figli che non hanno mai avuto!".
Il cappello da Mister Aggiustatutto e la soluzione Tachipirina
Anni fa ho letto un libro intitolato "Gli uomini vengono da Marte le donne da Venere" di John Gray, e di tutte le varie cose interessanti ne ricordo ancora una. Diceva che "la lamentela che le donne esprimono con più frequenza nei confronti degli uomini è che essi "non ascoltano"."
Cosa decide di fare allora? O la ignora, oppure la ascolta, valuta i problemi che lei gli espone, quindi si calca in testa il suo cappello da Mister Aggiustatutto e le offre una soluzione destinata a farla sentire meglio". Ma la donna vuole comprensione e non soluzioni. Questo lo confonde...
Al di là dei modi diversi di ragionare dell'uomo e della donna, il cappello dell'Aggiustatutto è un vero e proprio business! Anche io ne indosso uno a seconda dei problemi, o delle difficoltà delle mie amiche. Perché? Perché voglio che stiano bene!
Il cappello dell'Aggiustatutto è come la soluzione della Tachipirina per i dolori generici: va sempre bene per ogni cosa. C'è fretta nel mondo, tanta fretta! Veloce, do la soluzione e me ne lavo le mani alla 'Pilato'. Ecco fatto! Potrei essere una sua discendente senza saperlo. Certo, lui la combinò un tantino più grossa...
Un giorno una mia amica parlava, parlava, non la finiva più! Un problema dopo l'altro, tutti in fila ordinati, una fila lunghissima, che non accennava a diminuire. Quando un problema finiva di parlare, ce n'era uno che subito lo rimpiazzava.
Non ne potevo più! Quindi, la mia mente incominciò a vagare. Si divertiva a cercare di acchiappare farfalle immaginarie...
La mia amica, probabilmente dal mio sguardo momentaneamente lontano, se ne accorse e stette zitta.
Il suo silenzio mi riportò alla realtà, ed abbandonai il retino per le farfalle immaginarie in un angolo. Poi, con l'aria più innocente che riuscii ad esprimere in quel momento, dissi:
"Scusa, stavi dicendo?".
Ci rimase male.
Eppure avevo pronta per lei la soluzione Tachipirina, e avevo scelto un colore sgargiante per il cappello da Aggiustatutto. Ci provai lo stesso, prospettandole una o due soluzioni definitive, secondo il mio modesto parere, per uno o due dei suoi angoscianti problemi.
Ma lei si arrabbiò dicendomi che offrire subito consigli era un tantino presuntuoso da parte mia. Soprattutto perché non avevo sentito un acca di ciò che mi aveva detto.
Non era colpa mia! Ma delle farfalle! Pensai:
"Offri consigli e non li vogliono! Stai zitta, annuisci, e non va bene. La gente non è mai contenta! Non ha apprezzato per niente le mie intenzioni!😕 E poi è successo pure a me di parlare, parlare... Riesco ad essere molto logorroica alle volte! In effetti, a pensarci bene ho mostrato davvero poca sensibilità. Ascoltare sarebbe stato più carino che indossare il cappello sgargiante".
Infiniti modi
Ci sono infiniti modi per essere empatici. L'autostrada dell'empatia non ha caselli ogni tot di chilometri, non si paga nessun pedaggio. L'empatia ha tante strade diverse, scelgo quella che mi sembra più adatta a raggiungere la mia destinazione: farti sentire che ti voglio bene, o che vorrei essere gentile con te.
Questo non vuol dire che si debba per forza essere d'accordo su tutto. Non è detto.
Se continuo ad andare dallo stesso pescivendolo, che da anni mi rifila del pesce disteso a pancia in su che tiene in mano dei crisantemi ormai appassiti, dovrei essere in grado di trarne delle ovvie conclusioni: il pesce non è fresco.
Ma se io ricado nello stesso errore più volte, e poi puntualmente mi lamento con la mia amica del cuore, la stessa che ha i problemi in fila, che tipo di empatia dovrei aspettarmi?
E' stanca di ripetermi:
"Ma perché vai sempre lì, se lo sai?".
In questo caso, se davvero ci tiene a me e vuole mostrare un tantino di empatia, mostrerà tanta compassione per la mia testa un po' bacata, ascoltando ed annuendo. Se poi dovesse perdersi nei suoi pensieri, potrei ricordare dove ho messo il mio retino per le farfalle immaginarie, e prestarglielo...
Avere tanti amici che mostrano empatia è veramente bellissimo. Prendere l'iniziativa per mostrarla è nobile. Posso dire con orgoglio di avere entrambi: tante amiche empatiche e che prendono l'iniziativa😍
Quale argomento ti piacerebbe leggere la settimana prossima? Vediamo un po... Ti piacciono gli animali? Si? Proprio tutti? Certo alcuni non inspirano tenerezza, ma potrebbe essere interessante conoscerli un po più da vicino... Ti aspetto venerdì prossimo!!
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