Racconto Cuore Sensibile "Deliziosi!! Assolutamente deliziosi!" (Capitolo 2 parte prima)

                                          
I giorni passavano tra un tuffo in acqua e l'abbronzatura. La noia però,  era costantemente in agguato. Per quanto il mare fosse splendido, non conosceva nessun altro al di fuori dello zio, e il paese era distante. Arrivarci a piedi era fuori discussione. Inoltre, quella mattina era cominciata con un senso di nostalgia opprimente. Una noia grandissima riempiva tutti gli spazi e le idee che avrebbe potuto avere.
In più, un po per timidezza, un po per pigrizia, 
raramente prendeva l'iniziativa in qualcosa. Piuttosto seguiva la scia, lasciando agli altri il gusto dell'intraprendenza. Quanto più in un posto che non conosceva!
Al contrario, sembrava che zio Efi avesse sempre qualcosa da fare: sistemare delle vecchie nasse per barche, occuparsi delle pianticelle di meloni, peperoni ecc...
In casa non mancavano mai dei piccoli lavoretti di restauro.
Giovanni non li percepiva ( e a ragione...) come opere di restauro. Pensava:
"Casa! Quella lì non si può chiamare casa, ma vecchia catapecchia. E' un vero miracolo che ancora non sia crollata".
In effetti era uno strano edificio: tra mattoni, tetto in lamiera, serrande in vecchio legno logorato, muro scrostato in più punti. La ciliegina sulla torta avveniva ogni volta che apriva ii rubinetti dell'acqua.  Un rumore assordante  attraversava i tubi.
Osservò lo zio intento ad intagliare un bel pezzo di ginepro. Da un pezzo di legno grezzo,  venivano fuori delle forme artistiche fantastiche. Quello che stava lavorando in quel momento, assomigliava  sempre più ad un delfino. 
I delfini!! Ecco qualcosa che avrebbe potuto scuoterlo dalla noia. Sarebbe stato bellissimo vederli!
Erano giorni che lo zio gli ripeteva che c'era una notevole speranza di vederli,  perché spesso visitavano quelle spiagge. 
Ogni volta che scendeva in spiaggia aguzzava gli occhi sperando di vederli, ma non gli era ancora capitato.
"Sicuramente non li vedrò mai" rimuginava.
Tra uno sbadiglio e un altro domandò: 
"Che si fa oggi di bello?".
Lo zio, continuando a dare forma alla sua creatura di legno rispose: 
"A te cosa piacerebbe fare?".
La prima cosa che Giovanni pensò fu:
"In realtà, muoio dalla voglia di vedere la TV, giocare con la Playstation, chattare con i miei amici! Sicuramente, visto come ha reagito ieri non posso certo dirglielo. Che Matusalemme! Ci manca solo che si vesta come il 'vecchio nuragico'! Ah! Quanto mi mancano queste cose!".
Disse invece:
"Non saprei. Qui non c'è niente da fare, niente da vedere!".
Ironicamente lo zio  rispose:
"Povero Giovanni! È dura senza tecnologia vero?".
Giovanni infastidito rispose:
"Ma no, zio. Non è a questo che stavo pensando. Solo: non so cosa fare!" si affrettò a dire.
"Giovanni, Giovanni! Non serve che tu dica bugie. So quanto può attirare quella diabolica scatoletta. Su, non pensarci, ci sono così tante cose da fare e da vedere!".
Scettico chiese:
"Ad esempio?".
Lo zio si alzò la maglietta, si grattò il prominente pancione e con un:
"Um... famici pensare un momento."
Momento che a Giovanni parve lunghissimo. 
Poi zio Efi, prese a parlare sottovoce, facendo delle  valutazioni tra se e se: 
"Dunque, vediamo... Siamo ancora in periodo... Se ci vedono non stiamo facendo qualcosa di male perché ci rientriamo..."
Giovanni seguiva con gli occhi interrogativi il suo bisbigliare.
Finito il suo monologo 'bisbigliante', esordì:
"Che ne dici: hai mai mangiato i ricci di mare?".
"I ricci di mare?" rispose sorpreso Giovanni.
 "Beh.. li ho mangiati con gli spaghetti, qualche volta. Ma che centra..."
"Uff! Sei difficile nipote! Sei proprio difficile!" replicò permaloso "infilati il costume e vieni con me".
"Ho ragione di pensare che i vecchi sono un po' matti" pensò Giovanni affrettandosi a fare quello che gli era stato ordinato. In ogni caso, matto o no, era curioso.
Si infilò il costume, e senza riuscire a capire, si chiese come fosse possibile che lo zio l'avesse distanziato così tanto. Doveva darsi una mossa, se voleva raggiungerlo.
"Vengo zio, aspettami!" gridò, affrettando il passo.
Fece una bella corsa prima di mettersi al  suo fianco. Rosso per lo sforzo, cercava in tutti i modi di respirare senza ansimare. Non voleva far sentire di avere il fiatone!
Attraversarono la spiaggia, dirigendosi verso gli scogli che affioravano sull'acqua. Alcuni erano molto taglienti, per cui lo zio lo redarguì: 
"Sta attento agli scogli! Bada bene a dove metti i piedi."
Attraversarono alcune calette meravigliose , fermandosi in un punto che con tutta probabilità lo zio doveva conoscere molto bene.
"Buona raccolta Giovanni!" esclamò raggiante.
Giovanni si grattò la testa, replicando:
"Ma di che?".
"Ma di ricci, no? Te ne ho parlato neanche una mezz'ora fa! Ragazzo mio, ragazzo mio! Svegliati! Spalanca gli occhi e tiè!" gli mise tra le mani un coltellino e proseguì
 "ricordati che i ricci sono ben attaccati alle rocce, usa questo e stai attento a non farti male". 
Zio Efi tirò fuori dai suoi pantaloncini una sacca di rete che ben presto riempì di ricci.
Incitò suo nipote a imitarlo:
"Forza che ci facciamo una scorpacciata!!" .
Giovanni lo osservò per un po, poi provò ad imitarlo.
"Però! Ahi! Come pungono!!" esclamò.
Si succhiò il primo fortunato dito punto dagli inconfondibili aculei, seguitando ad imitare i movimenti dello zio: infilò il coltellino tra la roccia e il riccio, fece un po' di pressione, e prese il suo primo riccio.
"Ci sono riuscito!!" gridò felice.
"Bene! Ora aprilo, così!".
Zio Efi infilò il coltello da un lato,  diede un colpo secco, lo scosse nell'acqua e mostrò il rosso polposo con la caratteristica forma a stella.
Anche se maldestramente Giovanni lo imitò. Poco dopo anche lui lo aprì.
Non avendo cucchiaino, si arrangiarono con la lingua stando attenti a non farsi male.
"Mm..mmm.. ma è buonissimo! Ha tutto un altro sapore!!  " disse mentre infilava la lingua per non lasciare nemmeno un pezzetto.  In poco tempo ne fece fuori una decina esclamando a tratti:
"Deliziosi! Assolutamente deliziosi!".
Lo zio lo guardava compiaciuto:
"È il sapore del mare Giovanni. Il sapore delle cose genuine, delle cose fatte con le tue mani. Ma ora datti da fare! Questo sarà il nostro pranzo! Naturalmente accompagnato da..."
Giovanni terminò la frase:
"Un buon bicchiere di vino!".
Finalmente complici, risero di cuore.



Commenti

  1. Ti aspettavooooo.. E come al solito il tuo fragoloso racconto mi ha soddisfatto...e piaciuto
    Alla prossima 😘

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  2. Grazie! Gentilissima!! Ci sto ancora lavorando...🤫🤫 Chi va piano va sano e va...😂😂

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