Racconto Cuore Sensibile "Tradimento" (Capitolo 11 parte prima)
Un leggero mormorio, un parlottare, uno scalpiccio di passi, indicavano inequivocabilmente che i versi da lui sentiti, appartenevano al genere umano, non a quello di qualche animale notturno come una civetta, ad esempio.
"Proprio come sospettavo" pensò.
Sentì scendergli pian piano lungo la schiena, un sudore freddo, qualcosa mai provato in vita sua.
Non sapeva spiegarsi il perché, ma aveva l'impressione che i suoi piedi avessero messo radici, e lo rendessero incapace di muoversi.
Trattenendo il respiro, la mente lavorava febbrilmente:
"Chi sarà? Cosa vogliono a quest'ora e in questo posto?".
No di certo suo padre e i suoi fratelli, poiché avevano l'abitudine di chiamarsi a gran voce da lontano.
D'un tratto le voci presero forma. Delle persone si materializzarono davanti a lui.
Ma ne ciò che vide, ne ciò che udí, gli piacque.
Un uomo con una lunga barba nera incolta e trasandata, un cappello a berrita calcato sul lato della testa, calzoni di fustagno, tenuti su da un logoro cinto marrone, e una camicia di cotone scura, incitava, un altro uomo davanti a lui, a camminare.
Faceva questo, tenendo nella mano, un brutto coltellaccio rivestito nella parte del manico, di corna di cervo finemente e sapientemente lavorata.
"Cammina! Muoviti!" intimava.
Antonio si allarmò ancora di più quando vide che sulla spalla portava un grosso fucile. La sua mente cercava velocemente di conciliare ciò che vedeva, con ciò che avrebbe dovuto fare.
Pochi secondi dopo apparve un altro uomo, vestito in modo molto simile al primo, ma con un particolare diverso: portava un passamontagna in testa che dava spazio solo agli occhi. Immediatamente, puntò il fucile su Antonio urlando:
"E tu chi saresti? Metti la faccia per terra, per terra ho detto!".
Antonio non esitò un attimo, fece come gli era stato ordinato. L'uomo si avvicinò così tanto che ne sentii l'odore forte del tabacco.
Intanto anche l'altro "prigioniero" aveva la sua parte di "gentilezze".
Antonio era più preoccupato per il prigioniero che per se stesso.
I due aguzzini iniziarono a parlottare tra loro. Il primo, indicando lui, chiese all'uomo con il passamontagna:
"Perché c'è lui a guardia delle pecore? Da dove spunta fuori? Non mi hai detto che vi eravate accordati con P...?".
Nell'udire quel nome la testa di Antonio ebbe un capogiro. Iniziò a pensare:
"Non può essere! Ho capito male. Non può essere...".
Quel nome poteva voler dire un'infinità di cose. Tutte cose poco piacevoli. Ad Antonio per la prima volta in vita sua, faceva male il cuore.
Commenti
Posta un commento
Grazie del tuo commento!