Racconto Cuore Sensibile Dentro la grotta (Capitolo 12 parte prima)




Una volta giunti alla grotta, una grotta ben nascosta perché coperta dalla vegetazione dall'esterno, Antonio sapeva bene cosa avrebbe trovato nel suo interno: il buio e il freddo li avrebbero completamente avvolti.
Grande fu quindi la sua sorpresa nel constatare che un allegro e scoppiettante fuoco era stato acceso, e del cibo era stato lasciato dentro un sacco da qualcuno. 
Si, qualcuno era stato lì prima di loro. E non doveva essere passato troppo tempo, poiché se no il fuoco si sarebbe spento.
Oppure, un'altra eventualità era che la mano che l'aveva accesa, fosse ancora nei paraggi dentro la grotta.
In effetti, Antonio non aveva idea di quanto fosse lunga, poiché non si era mai addentrato troppo. 
Aveva sentito tante storie, di gente che, alla ricerca di tesori, o meglio, bottini dei banditi, non era più tornata indietro. Le grotte potevano essere molto insidiose.
Potevano esserci dei crepacci inaspettati, ci si poteva perdere facilmente, o a causa del terreno in alcuni punti estremamente scivoloso, non si poteva escludere una brutta caduta e l'impossibilità di essere aiutati, ne tantomeno sentiti da qualcuno.
Vecchie leggende narravano che il respiro ghiacciato che fuoriusciva dalle fessure delle grotte, fosse quello dei giganti che le abitavano. 
Pensieri che in quel momento non avevano nessuna importanza, ma che la mente in confusione fa quando è sottopressione.
"Ma bravo P...! Di lui nessuna traccia, ma almeno ha mantenuto in qualche modo la parola, e ci ha servito lo stesso. Ospitale, non trovi?" disse sarcastico l'uomo con il coltellaccio, dando una bonaria pacca ad Antonio.
In effetti, non poteva negare che ciò che vedeva fosse una specie di complotto alle sue spalle.
Si sentí mille volte tradito. Un torpore, un'apatia scesero su di lui. 
Ad un tratto, ciò che lo circondava non aveva più importanza. Ne riguardo a se stesso, ne riguardo al prigioniero.
Una stanchezza improvvisa lo attanagliò.
Si mise in un angolino della grotta, e iniziò a dormire.
Passò così i primi giorni, svegliandosi giusto il tempo di svuotare la vescica, per poi ritornare subito a dormire. Ignaro di tutto ciò che accadeva intanto intorno a lui.




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